Macaron Bourbon è una creazione squisita e profumata, un inno alla...
Fumoso, Ambra Alcuni di noi lo hanno conosciuto, altri devono ancora...
Marina e Roberto Serafini con le figlie Alessia e Domiziana, hanno – per fortuna – una storia da raccontarci. Sì fortuna, perché è solo grazie alla fortuna che si sono salvati durante la notte che il 24 agosto 2016 li ha visti sopravvissuti al crollo del loro paese. Una famiglia di commercianti che conduceva l’attività della profumeria più antica di Amatrice. Poi la scossa, la prima. Subito la paura. Macerie e polvere questo il ricordo più nitido.
Non basterebbero pagine per raccontare quello che è successo nei giorni a seguire. Alcuni di voi lo sanno, sono stati là, altri da lontano sono tuttora coinvolti in progetti di solidarietà straordinari, o semplicemente c’è chi ancora cerca di capire. Le tende prima, i container qualche settimana fa, diventano la loro nuova casa. E decidono che aspettare e sperare in una ripresa non li fa sentire a proprio agio, visto che di agio poi lì in quella terra ormai ce n’è ben poco. Parlano con alcuni amici, e altri amici e finalmente grazie a Vincenza Bufacchi della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa di Rieti arrivano a incontrare Silvana Angeletti e Daniele Ruzza. La coppia di progettisti coglie subito il punto: Marina e Roberto dovevano sviluppare un nuovo percorso d’impresa positivo e che partisse da ciò che da sempre li ha appassionati, ovvero il mondo dei profumi. Un profumo.
Creare un profumo che porti con sé il nome di Amatrice, che significhi la ripresa, che racconti la sensorialità di una terra che non aspetta, agisce.
Da qui la necessità di affidarsi a un naso per la creazione della fragranza: Lorenzo Dante Ferro non esita a prendersi cura del progetto e da subito – siamo a settembre 2017 – si cimenta nell’alchimia delle essenze che gli suggerisce l’intuito.
Così parte 401 È Amatrice.